mercoledì 29 agosto 2012

Recensione: Il dono delle furie - Elizabeth Miles

"Perseguitano chi fa del male. Per farla breve, aspettano che gli uomini commettano degli errori e poi decidono la punizione."

TitoloIl dono delle furie
AutoreElizabeth Miles
Prezzo  16,70 
EditoreNord (collana Narrativa Nord)
Pagine378



Trama
Tre ragazze bellissime, tre ragazze dal sorriso indecifrabile e dallo sguardo ipnotico cui è impossibile resistere: in un piccolo paese come Ascension, non sorprende che la notizia del loro arrivo sia sulla bocca di tutti. Soprattutto per il mistero che le circonda: nessuno le ha mai viste prima, nessuno sa dove vivano. E nessuno immagina che quelle tre splendide fanciulle, invece, conoscono i segreti di ogni abitante della città. Come il vero volto di Chase Singer, l'astro nascente della squadra di football: dietro la maschera da bravo ragazzo, infatti, si nasconde una persona che, per raggiungere il successo, non ha esitato a calpestare i sentimenti della ragazza che amava, distruggendole l'esistenza. E come la relazione che, da qualche tempo, Emily ha col fidanzato della sua migliore amica, una relazione che nessuno avrebbe mai dovuto scoprire. Ecco perché Chase riceve in regalo un'orchidea rossa ed Emily ne trova una identica sul sedile dell'auto. È un avvertimento. È il dono che segna il destino di chi deve pagare per le proprie colpe. È il dono delle Furie...


Recensione

Non sono un esperta di mitologia ma è un argomento che leggo comunque con molto piacere e proprio per questo leggendo la trama del libro mi sono sentita attirata come una calamita. Finalmente uno young adult che non tratta di vampiri, licantropi, demoni, angeli, fate, gnomi, fantasmi (ho dimenticato qualche essere paranormale trito e ritrito?) insomma un fantasy diverso dai troppi che si leggono oggi.
Con questo primo volume di una serie, l'autrice vuole portarci nel mondo delle furie, conosciute nella mitologia come le la personificazione femminile della vendetta e che per l'occasione si presentano come tre meravigliose ragazze: Ty, Ali e Meg, apparse una sera d'inverno nella piccola cittadina di Ascension, luogo dove si svolgerà la loro rivalsa.
Ma qualcosa durante la stesura di questo romanzo è andato storto.  
Il libro è scorrevole senza tanti fronzoli, le vicende sono viste sotto due punti di vista: quelli di Emily e Chase, entrambi macchiati da una colpa nei confronti di due persone che amano. La prima "rubando" il ragazzo della migliore amica Gabby, il secondo illudendo e schernendo la ragazza di cui lui stesso si era innamorato.
Ecco, la mia delusione sta proprio qui, purtroppo la Miles ha sviluppato male l'idea iniziale del libro.
Parto dai protagonisti che non mi sono proprio piaciuti, li ho trovati piatti, egoisti esenza carattere. A volte davvero irritanti. Ho invece amato due dei personaggi secondari: JD, l'amico un po' sfigato che da sempre è innamorato della protagonista e Drea, la ragazza dark un po' stramba che sicuramente avrà un ruolo importante nei prossimi libri.
Temi difficili come il bisogno adolescenziale di sentirsi accettati, l'isolamento e il suicidio sono trattati superficialmente, senza contare il completo disinteresse che sembrano avere i genitori di questi ragazzi. Ma quello che mi ha deluso di più riguarda la furia di queste furie (scusate il gioco di parole) che fa solo da contorno alla storia, le furie stesse sono quelle meno caratterizzate tra tutti i personaggi almeno fino alla fine, quando la storia prende una piega diversa e accelera quasi a riempire i buchi lasciati nelle prime 300 pagine.
Nota positiva: mi è piaciuta l'idea di un orchidea rossa lasciata dalle furie come monito, ma d'altra parte avrei davvero apprezzato di più il libro se si fosse incentrato più sulla parte mitologica delle furie.
Lo consiglio a chi non cerca un libro pieno di azione ma a chi ha voglia di un libro che si legge bene, senza però troppe aspettative.
Essendo il primo di una saga non me la sento di mettere due stelle, diciamo che ne metto tre sulla fiducia, sperando in un sequel con un po' più di azione.

martedì 28 agosto 2012

Recensione: Schegge di me - Tahereh Mafi

"Non sono pazza. Non sono pazza. Non sono pazza. Non sono pazza"


TitoloSchegge di me
AutoreTahereh  Mafi
Prezzo  17,00 
EditoreRizzoli
Pagine365





Trama
264 giorni segregata in una cella, senza contatti con il mondo. Juliette non può parlare con nessuno, e nessuno deve avvicinarla, perché ha un potere terribile: se tocca una persona la uccide. Agli occhi dell'organizzazione che l'ha rapita il suo potere è un'arma stupefacente, per lei è una maledizione. Un giorno però nella cella viene spinto Adam. Juliette non vuole fargli del male, e così lo tiene a distanza. Ma Adam non sa del suo potere, e mentre lei dorme in preda agli incubi la prende tra le braccia per confortarla. Da quel momento tutto cambia, perché Adam, immune al tocco di Juliette, è l'unico che può accettarla così com'è. Insieme progettano la fuga, alla ricerca di un mondo che non la consideri più né un'arma né un mostro, ma una persona speciale, che con il suo potere può fare la differenza

Recensione
Primo romanzo di una trilogia distopica, anche se non l'ho letto di recente sento il bisogno di parlare di questo libro perché questo libro mi ha stravolta di sensazioni. Iniziato un pomeriggio e finito la sera dello stesso giorno, Schegge di me è riuscito a prendermi il cuore e riempirlo d'amore per poi scaraventarlo sul muro, pestarlo, accudirlo, stringerlo, coccolarlo e di nuovo farlo a pezzi. Girare l'ultima pagina mi ha completamente svuotata, l'unico libro che per giorni non sono riuscita a togliermi dalla testa, tanto da non voler iniziare nessun altro libro perchè in cuor mio sapevo che non ne sarebbe stato all'altezza.
La trama non spicca per la sua originalità, segue il filone di altri romanzi distopici ambientati in un futuro apocalittico: il mondo è cambiato, il cibo scarseggia e l'inquinamento è ai massimi livelli, tutto è grigio e a governare è la Restaurazione, un organizzazione che ha preso il potere con la promessa di soccorrere alla civiltà ma che si rivela poi agire in modo egoistico e a fermare ogni tipo di ribellione.
La protagonista è Juliette, rinchiusa in una cella da 264 giorni senza poter avere alcun contatto con le persone, sola con un una penna ed un quadernetto, finché non arriva Adam, con quei famigliari occhi azzurri, Adam che come lei viene rinchiuso in quella cella, Adam che le parla di come il mondo stia andando a rotoli lì fuori, Adam, uno sprazzo di luce in quei giorni così neri. Ma lui non è chi dice di essere, lui è lì per testarla. Perché c'è chi intende usarla come arma. Sì, perché Juliette ha un dono. Una maledizione. Il suo tocco può uccidere.
Qui mi fermo per non rovinare troppo il racconto, dico solo che la dolcezza che fa nascere e crescere la storia d'amore tra i protagonisti, il modo in cui lui la guarda e non vede un mostro ma una ragazza da proteggere e amare, è qualcosa di magico.
Quello che al contrario della trama ho trovato davvero originale è lo stile che usa la Mafi, le emozioni che provano i protagonisti riescono a togliere il fiato al lettore: ero in quella cella con lei, ho sofferto nel vederla soffrire, ho percepito la sua solitudine nelle mie ossa ed il disperato bisogno di un abbraccio, di una carezza, di un bacio.
Scorrevole e a tratti poetico il romanzo si legge davvero in una manciata di ore, i protagonisti sono ben caratterizzati e vi posso assicurare che alla fine sentirete il bisogno di leggere il seguito.
Una curiosa ma innovativa modalità che la Mafi usa per far partecipe il lettore dei pensieri di Juliette, quei pensieri di cui lei stessa ha paura, è quella di sbarrare le parole, davvero geniale!
Lo consiglio a chiunque ami il genere distopico e romantico, romantico, romantico!

lunedì 27 agosto 2012

Recensione: La ragazza di giada - Lisa See

"Da vivi, gli esseri umani amano. Da morti, continuano ad amare. L'amore che si estingue con la morte non è vero amore."




Titolo: La ragazza di Giada
Autore: Lisa See
Prezzo: € 16,60
Editore: Longanesi (collana la Gaja scienza)
Pagine: 357





Trama
Cina, XVII secolo. Peonia ha quasi sedici anni e come tutte le ragazze della sua età è già stata promessa in sposa dalla famiglia a un uomo di cui lei ignora tutto, persine il nome. Per il suo sedicesimo compleanno il padre uomo illuminato, per il suo tempo, che desidera per la figlia una formazione culturale completa, al di là delle condizioni di segregazione in cui essa vive - le regala una rappresentazione teatrale di un classico della letteratura cinese di epoca Ming: Il padiglione delle peonie, nella cui trama sembra rispecchiarsi il destino della ragazza. L'opera infatti racconta di una fanciulla che si lascia morire per amore pur di non accettare un matrimonio combinato. Proprio la sera della rappresentazione, Peonia incrocia lo sguardo di un giovane di cui si innamora a prima vista, riuscendo poi a incontrarlo fortunosamente altre tre volte. Ma il suo destino è segnato: dovrà sposare l'uomo che la famiglia ha scelto per lei. E anche Peonia, come la sua eroina, sceglie di lasciarsi morire per amore... E dopo la morte, dal mondo dell'aldilà, la voce di Peonia continua a raccontarci le vicende del mondo dei vivi.


Recensione
Io sono da sempre un'appassionata del mondo orientale,  al di là della storia in sé questo libro non poteva certo deludermi, infatti credo che il punto forte del romanzo sia proprio il contorno della storia d'amore, la cultura della Cina dell'epoca, quando alle donne, che a parità di peso valevano meno del sale, venivano fasciati i piedi in segno di classe superiore e di bellezza, limitando così loro il movimento e costringendole a stare entro le mura domestiche.
Altro lato molto interessante è quello sulle tradizioni cinesi sui funerali, gli spiriti e tutto ciò che riguarda quello che avviene dopo la morte, la divisione dell'anima in tre parti: una parte resta con il corpo per essere sepolta, una intraprende il viaggio per l'oltretomba e l'ultima rimane sulla terra per essere collocata nella tavoletta degli antenati.
Passando invece a parlare della storia, leggendo la trama devo dire che pensavo fosse abbastanza scontata e invece mi sono piacevolmente ricreduta, chiunque abbia sofferto almeno una volta riesce ad immedesimarsi facilmente nella protagonista e nel suo amore struggente che non si arrende nemmeno davanti alla morte.
E' una storia d'amore a 360 gradi, amore fisico e platonico, amore materno ma soprattutto amore per un opera che porta le ragazze a morire di fame per far sentire al mondo la loro voce e per avere almeno una volta nella vita il controllo del loro corpo.
Lo stile è scorrevole, è un libro che si legge tutto d'un fiato e che mi ha tenuta sveglia fino a tardi. Una nota che l'autrice ci fa sapere è che il romanzo è tratto da una storia vera, Il commentario del  padiglione delle peonie è un opera che esiste davvero, come sono esistite le mogli che lo hanno scritto.


Un capolavoro che consiglio a chi come me ama l'oriente ma anche tutti coloro che amano e basta. 

Un nuovo inizio



Quando ho aperto questo blog avevo un turbine di idee per la testa che per forza di cose è riuscito solo a farmi fare tanta confusione e forse sicuramente per questo non sono mai riuscita ad appassionarmici e ad essere coerente con quello che era il mio progetto iniziale. Ma come si può essere coerenti se non si sa neppure cosa si vuole?
Ero partita con l'idea di condividere tutte le mie passioni ma il risultato è stato solo un accozzaglia di cose messe lì, cose che potrebbero apparire interessanti per alcuni, meno per altri, ma che non sentivo davvero mie.
Ora voglio dargli vita nuova, concentrarmi su qualcosa che amo più di tutto il resto: i libri. So che i blog che trattano l'argomento sono tanti, ma questo vuole essere il mio mondo, usare il tempo che ho per parlare dei libri che leggo e che amo per me è un emozione grande, anche nel caso in cui nessuno leggerà mai quello che scrivo.
Quindi, dopo tanto tempo, ho deciso di rimettere tutto a nuovo, la passione è tanta e spero di riuscire a portare avanti questo progetto che racchiude un po' il mio mondo.